[Solira] Linux su iPhone... e in dual boot

Emilio Pavia emix a solira.org
Lun 1 Dic 2008 20:37:53 CET


KatolaZ ha scritto:
> E le grandi innovazioni in campo tecnologico degli ultimi 30 anni 
> vengono tutte da ricerche di altissimo livello, matematico, fisico, 
> ingegneristico, che sono portate avanti per lo piu' (spesso per piu' 
> del 95%) da enti di ricerca pubblici, finanziati con soldi pubblici.

Per l'esperienza che ho avuto ho sempre visto una sinergia tra pubblico 
e privato (UniCT-STM, PoliTO-Motorola, ecc.). Anche Mario se non sbaglio 
ha fatto il PhD presso la IBM negli Stati Uniti. Io sono convinto che le 
organizzazioni private hanno comunque un grosso peso nella ricerca fatta 
presso le Università, soprattutto negli Stati Uniti.

> Bene. Economie di scala = farsi pagare un software 100 volte quello
> che vale veramente ??? Cioe' economia di scala significa pagare una
> fame i programmatori per lo sviluppo del software (perche' a parte
> rarissimi casi non mi pare che ci siano programmatori full-time
> pagatri 20.000 euro al mese) e lucrare 100/1 sulla vendita delle copie
> del software stesso. Bel modello :-)

Premesso che voto Rifondazione, questi discorsi mi fanno salire il 
sangue agli occhi. ODIO (e ripeto ODIO) quelli che si lamentano che 
guadagnano una miseria mentre l'imprenditore guadagna 1000 volte tanto. 
Se ti senti tanto intelligente (e quando dico "ti" non mi riferisco a te 
  in particolare) da meritarti di più assumiti il rischio d'impresa e 
fai l'imprenditore, altrimenti fai il dipendente e non ti lamentare. Che 
poi i lavoratori dipendenti siano oggi sottopagati e precari è un altro 
problema dovuto ad una legislazione vergognosa, ma questo con le 
economie di scala non c'entra proprio una cippa.

Adesso rispondi a questa domanda: come fai a dire quanto vale veramente 
un software? Supponiamo che tu realizzi un software che vuoi vendere, 
come fai a dargli una valutazione?

>> E chi stabilisce cosa è "equo"? Per una azienda gestire n- 
>> customizzazioni è una follia dal punto di vista organizzativo e di  
>> gestione del codice.
> 
> No, secondo me e' soltanto piu' semplice lucrare 100 su un costo di 1
> che guadagnare sul lavoro effettivamente svolto.

Evidentemente non ti sei mai trovato a dover portare avanti 
parallelamente lo sviluppo di 10 versioni dello stesso software, 
altrimenti ti renderesti conto che è fanta-informatica.

> Io penso semplicemente che questo modello non funzioni, e che non sia equo per
> chi sviluppa il codice, perche' gli unici ad usufruirne veramente sono
> i proprietari delle software house, che spesso non hanno manco idea di
> cosa sia "il codice", e di quanta fatica costi svilupparlo.

Vale lo stesso discorso di cui sopra.

> Il software libero ha gia' proposto un modello di business
> alternativo, etico, che promuove lo sviluppo e la libera circolazione
> di sapere e di informazione. E questo modello non permette la
> creazione di valore aggiunto fittizio (il famoso leverage enorme sui
> costi di produzione), cosa che piace tanto agli imprenditori
> innamorati del sistema capitalistico.

Non vedo tutti questi programmatori, oppressi dall'imprenditore di 
turno, che strappano le catene della schiavitù e si mettono a lavorare 
in proprio secondo questo modello di business. Eppure loro dovrebbero 
essere i primi a sentire questa esigenza.

Emilio


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