[Solira] progetto OpenSun

Mario mario a solira.org
Mer 23 Maggio 2012 13:44:36 CEST


Ciao!

Il giorno 21 maggio 2012 10:21, topolinus <modynick a libero.it> ha scritto:

> sono ben contento del successo di OpenSun perchè ancora
> una volta questo mi permette di guardare in prospettiva
> le potenzialità dell'opensource.
>

Sono contento che apprezzi l'iniziativa.


> Scusate se sono stato eccessivamente sintetico nel mio ultimo
>
> intervento del 03/04/2012 12:02 con oggetto "def awards".
> Perché sto cominciando a pensare che la classica stazione di
>
> lavoro stand alone, sebbene connessa, non risponda più alle
>
> mie esigenze e penso a quelle di molti.
>
Negli uffici, negli studi tecnici, nelle scuole, nelle pubbliche
>
> amministrazioni, negli enti pubblici e probabilmente è possibile
>
> ipotizzare configurazioni che allacino ambiti geografici molto
>
> vasti così come probabilmente è tempo per cominciare a pensare
>
> a servers domestici per connettere tutti i computer di casa.
> Vorrei avere più chiara l'architettura del sistema, l'hardware
>
> necessario e i problemi legati alla configurazione del server che
>
> pare sia ancora lavoro per specialisti.
> Perché questo fatto di "astrazione dell'hardware" è anche
>
> interessante se è vero che con terminali non molto prestanti è
>
> possibile fare girare programmi di una certa potenza.
> Inoltre sarebbe utile confrontare le due scuole di pensiero;
> da un lato il cloud computing con un utilizzo "brutale" della rete
>
> e dall'altro un'architettura server like che aggiungerebbe un pò di
>
> "intelligenza"? Ma è un gioco di scatole cinesi?.
>

Non so se tu faccia riferimento al "cloud computing" e/o al modello "thin
client + server" che abbiamo usato  nel progetto OpenSun. In ogni caso si
tratta di due cose (tecnicamente) ben distinte anche se hanno parecchie
analogie. Nel caso di OpenSun abbiamo "spostato" il carico computazionale e
di memorizzazione su una unica macchina (il server) per poter usare delle
vecchie macchine (pentium 3-4 con 64-128Mb) come client e quindi terminali.
Se molti client utilizzano le medesime applicazioni (compreso il windows e
file manager) allora il carico per il server è minore di quel che si può
pensare (non è, per capirci, "la somma di tutti i client"). Nel caso del
"cloud computing", le cose sono un po' diverse. Nella versione a noi più
vicina (vedi Google Documents, Dropbox, social-network con i nostri
dati,...) si tratta perlopiù di spostare i nostri dati altrove in modo che
siano sempre disponibili da qualunque postazione e da qualunque
dispositivo. Esiste anche un modello di cloud computing in cui, per
esigenze logistiche e commerciali, si sposta il carico computazionale su
server on-line (vedi Amazon EC2) ma si tratta di servizi pensati per
aziende ed esigenze diverse da quelle del comune utente.
Nel cloud computing ci sono tante potenzialità ma anche molti (forse
troppi) rischi. E' qualcosa che per certi versi cozza con il concetto di
software libero: le piattaforme che usiamo non hanno codice liberamente
accessibile (ma ci sono eccezioni come http://owncloud.org) e perdiamo
alcune libertà legate ai nostri dati.
Personalmente questo non significa che non utilizzi questi strumenti. Solo
che bisognerebbe utilizzarli con parsimonia e con cognizione di causa
(accettandone le eventuali conseguenze).

Ci sarebbe tanto da discutere...


> Parliamo anche di idee; se è possibile dare anche un sia pur piccolo
>
> impulso oltre i risultati raggiunti.
> Quando vi vedete, voleste prendere in considerazione la possibilità
>
> di fare una chiacchierata su questo argomento ed eventualmente
>
> rivedere il messaggio del 10/04/2012 10:27 di roccomicciche a gmail.com
>
> con oggetto "startup weekend catania".
>

Personalmente la cosa non mi ha fatto "drizzare le orecchie" ed in questo
periodo, in cui le forze sono ridotte al minimo in associazione, dobbiamo
usarle dove le riteniamo più utili.

Mario
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